30 mar 2013

Giorgio Gallesio (parte seconda)


Segue dalla prima parte
Prendiamo in esame ora il periodo pontremolese del Gallesio e riportiamo quando menziona il Centro per la Promozione degli Studi su Giorgio Gallesio.


Nel 1813 Gallesio fu trasferito a Pontremoli con la carica di Sottoprefetto. Il primo importante compito istituzionale del nuovo Sottoprefetto fu quello di presiedere all’insediamento del nuovo Sindaco di Pontremoli, cerimonia che avvenne il 15 agosto del 1813 in una cornice fastosa, voluta e disposta da Gallesio per dare all’avvenimento un adeguato carattere di solennità. In quell’occasione Gallesio pronunciò un solenne discorso politico, la cui minuta manoscritta è conservata nell’archivio Gallesio-Piuma.
In campo amministrativo la accresciuta autonomia decisionale che poteva esercitare nel distretto di Pontremoli, affidato direttamente alla sua competenza, favorì e confermò la volontà e l’impegno dell’amministratore volto a raggiungere risultati socio - economici di rilievo. Nelle pagine del Giornale dei viaggi, recentemente pubblicato per merito di Enrico Baldini a cura dell’Accademia dei Georgofili,1 si nota la consueta attenzione prestata da Gallesio all’agricoltura locale e in particolare alla coltura degli alberi da frutto. Ma la posizione geografica di Pontremoli, situata in una gola dell’Appennino settentrionale sulla sinistra del Magra, l’asperità del terreno e la conformazione del paesaggio, lo indussero, con felice versatilità, a non sottovalutare l’importanza della regionalizzazione dell’indirizzo economico tenendo nella giusta considerazione i rapporti tra economia e territorio. Le attente osservazioni della realtà che lo circondava indussero Gallesio ad accomunare le tematiche zootecniche agli indirizzi colturali in campo botanico e alle argomentazioni agronomiche: ritenne infatti che la natura del territorio fosse particolarmente predisposta all’allevamento e al commercio del bestiame e dei prodotti derivati e che la scelta delle colture dovesse essere preliminarmente ponderata sulla base della risposta fisiologica del vegetale. 
In alcuni manoscritti inediti conservati nell’archivio Gallesio-Piuma egli scrisse che: La pastorizia è il più antico fra i rami dell’industria agricola; nato coll’uomo ha formato per longo tempo il solo oggetto della sua industria e il fondo delle sue ricchezze’. E ritenne di dover tenere nella dovuta considerazione il progetto avanzato da un certo monsieur Bonafous il quale sosteneva l’utilità che poteva derivare dall’allevamento di Capre del Tibet, varietà di caprini in grado di fornire una lana preziosa per i proprietari oltre che per l’industria manifatturiera. Gallesio mise pure in rilievo il fatto che i piccoli poderi della zona e le caratteristiche del territorio si presentavano particolarmente adatti all’allevamento di questi animali.
La sua visione economica lo indusse inoltre ad affermare: [...] L’aumento dell’agricoltura deve produrre un aumento di forze produttrici permanenti non solo in ciò che riguarda l’alberatura come gli ulivi, le viti, i frutti e simili, che vivono per molte generazioni e producono anche senza lavoro, ma ancora in ciò che riguarda la sussistenza mediante i dissodamenti, la costruzione di canali di irrigazione e il perfezionamento delle prattiche agrarie [...]’. Tutti questi progetti non ebbero però il tempo sufficiente a raggiungere una realizzazione e naufragarono travolti dagli eventi politici e militari: infatti le Grandi Potenze europee coalizzate sconfissero definitivamente Napoleone nella battaglia di Lipsia.
Il 17 marzo 1814 le truppe di invasione entrarono in Pontremoli e Gallesio dovette abbandonare la città che lo aveva visto protagonista per trasferirsi nella natia Finalborgo.

1 GALLESIO G., Il Giornale dei Viaggi, Trascriz., note e commento di E. BALDINI, a cura di: Acc. dei Georgofili e Ist. Int. di Studi Liguri, Firenze, N. Stamperia Parenti, 1995

Le immagino sono tratte da http://www.pomonaitaliana.it/

Continua.....


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